ROSENFINGER
MULTIMEDIAL ESSAYS - #1
Cristianità
d'Europa fra musica e architettura
Fabio
Grasso: Schöne glänzende Zeiten
Il variegato percorso ispiratore di una breve
composizione corale collega inopinatamente, attraverso Novalis,
due anniversari relativamente vicini nel tempo, ma lontani nei significati:
quello delle tesi luterane (1517-2017) e quello della Basilica vercellese di S. Andrea (1219-2019)
© Fabio
Grasso, rosenfinger.com, 2018
Documento audiovideo in coda alla pagina
Il brano
per coro misto e organo Schöne glänzende Zeiten è stato composto nel 2017, in occasione del cinquecentenario della pubblicazione delle tesi luterane
(31 ottobre 1517), ed eseguito per iniziativa del Festival ControCorrente
di Camino al Tagliamento e della Corale Caminese in
sinergia con Agimus Venezia durante un concerto
tenutosi il 31 ottobre 2017 nella chiesa veneziana di San Trovaso,
insieme ad altri brani espressamente scritti per questa ricorrenza da
compositori provenienti da Europa e Stati Uniti. I dettagli della serata sono
disponibili all'indirizzo www.agimusvenezia.it/20171031.htm
1. Il
dualismo testuale
Per
illustrare la multiforme vena ispiratrice della composizione occorre partire
dalla scelta dei testi.
La prima
fonte è il saggio di Novalis Christenheit oder Europa, opera del 1799 senz'altro
controversa e discutibile dal punto di vista storico e dottrinale, ma, come
sempre accade in Novalis, ricca di suggestioni
affascinanti. La visione idealizzata, tipicamente romantica, della cristianità
medievale come simbolo archetipico di unità e di
identità europea inquadra la Riforma come il lacerante spartiacque di un
percorso storico del quale non si rinuncia a vagheggiare un utopico epilogo di
ricomposizione.
Il titolo
del brano è tratto dall'incipit del saggio, singolare richiamo ai "bei
tempi luminosi" del Medioevo dei cristiani uniti. Sempre da questo scritto
sono poi state estrapolate alcune parole chiave, scelte per la loro carica
evocativa. Ne è nato così un testo costituito solo da vocaboli isolati o tutt'al più da brevi locuzioni.
A questo
filone fanno da contraltare alcuni frammenti delle
tesi di Lutero, estratti con lo stesso procedimento: qui l'attenzione si è
concentrata sui termini più rappresentativi della durezza del messaggio e
dell'austerità dell'intento moralizzatore.
Questo
dualismo testuale si riflette sulla strutturazione musicale, innanzitutto per
la netta distinzione nell'attribuzione delle parole alle voci: i frammenti di Novalis sono affidati solo alle voci femminili, quelli di
Lutero solo alle voci maschili. Ben oltre questo dato superficiale, la
dicotomia si approfondisce attraverso la ricerca su spunti musicali fortemente
simbolici della contrapposizione fra le due sfere incarnate dai testi.
2. I
dualismi dei riferimenti musicali ed architettonici
2.1.0
È in quest'ottica che entrano in gioco da un lato la tradizione
polifonica sacra anteriore al 1500, dall'altro il vasto repertorio che dalla
Riforma è scaturito.
2.1.1
Sul primo versante
la sorgente originaria è uno dei più felici esempi di connubio fra pensieri
europei di origine diversa, perfettamente uniti nel segno della cristianità: il
famoso mottetto di Guillaume Dufay
Nuper rosarum flores, in cui la sapienza contrappuntistica
fiamminga celebra la più fulgida espressione dell'architettura quattrocentesca
italiana: come è infatti ben noto, il mottetto, scritto per l'inaugurazione
della Cupola del Brunelleschi nel 1436, riproduce
accuratamente nelle sue strutture musicali molte sequenze numeriche tratte da
elementi architettonici del Duomo di Firenze.
2.1.2
Questa
idea viene qui rielaborata attraverso l'individuazione di due monumenti
rappresentativi dei due ambiti sopra definiti, uno collegato al
luteranesimo, l'altro alla cristianità
medievale, ma non a compartimenti stagni, anzi, come si vedrà, con qualche
significativa relazione incrociata. Da tali monumenti si ricava materiale
numerico per la costruzione compositiva.
Quasi
inevitabilmente, date le circostanze, alla componente luterana è stata
associata la porta della Schlosskirche di Wittenberg, il luogo fisico dell'affissione delle tesi. Di
fronte all'ampio ventaglio di possibilità offerte dal patrimonio artistico
medievale una somma di ragioni estetiche e autobiografiche ha portato alla
scelta della Basilica di Sant'Andrea in Vercelli,
preziosa testimonianza della fase di transizione dal romanico al gotico, della
quale ricorrerà fra breve l'ottocentesimo anniversario della posa della prima
pietra (1219-2019).
Dunque i
rapporti numerici che caratterizzano alcuni elementi della Basilica sono
rispecchiati nelle linee delle voci femminili, su testo di Novalis,
e nelle parti organistiche; i più semplici connotati strutturali della porta di
Wittenberg trovano riscontri nelle voci maschili, su
testo di Lutero.
2.1.3
Vediamo
alcuni esempi concreti di queste corrispondenze.
Nella
prima sezione del brano, in cui le linee delle voci femminili riecheggiano
l'andamento melodico dell'incipit di Nuper rosarum flores, l'alternanza
fra battute di 5 e di 8 ottavi riflette la serie di 5+8+5 loggette
che movimentano la facciata della Basilica.
|
|
Fig. 1 / Es.
1
Le forme
delle basi dei quattro campanili e le tipologie delle loro finestre determinano
la lunghezza, le variazioni di densità del tessuto sonoro e la ritmica di
alcuni passaggi: ad esempio, al campanile a base ottagonale con monofore e
bifore corrisponde una successione di 8 incisi costituiti da una nota singola
più un bicordo; ai 2 campanili a base quadrata con
monofore, bifore e trifore corrispondono successioni di 4 incisi formati da
nota singola più bicordo più tricordo,
oppure, a valori raddoppiati, bicordo più tetracordo
più esacordo.
Questi
esempi riguardano la parte strumentale; in ambito vocale la sequenza 2-3-3,
ricavata dalle finestre del campanile laterale, genera le durate in ottavi
delle note e delle pause del segmento iniziale di un passo dei soprani in cui
si contano 18 fa diesis ripetuti.
|
|
|
Fig. 2 / Es.
2-3-4
Tale
altezza è il punto culminante dell'estensione vocale complessiva del brano;
dunque la sua reiterazione è da intendere come allusione alle 18 volte a
crociera della chiesa.
|
Fig. 3
Il rosone a
12 petali ispira una transizione organistica basata su 12 quadriadi
equivalenti a tutti i possibili accordi di settima di dominante, con
distribuzione uniforme dei rivolti, e con durate determinate per così dire
secondo una sorta di lettura in senso orario e gravitazionale dei petali, che
genera un moto discendente e accelerato dal primo al sesto accordo, e un moto
ascendente e decelerato dal sesto al dodicesimo. Peraltro la direzione
discendente o ascendente non è percepibile in modo esplicito, bensì soltanto
suggerita cripticamente dall'andamento cromatico
delle note chiave degli accordi, che non necessariamente coincidono con le loro
fondamentali.
|
|
Fig. 4 / Es.
5
Sempre all'organo,
il totale delle note che compongono una sequenza di improvvise figurazioni
rapide ammonta a 46; 46 è il numero dei gruppi di colonne che corrono lungo il
perimetro del chiostro.
|
|
Fig. 5 / Es.
6-7-8
Varie relazioni
fondate sui numeri 2 e 3 legano le voci maschili alla porta di Wittenberg, che è a 2 battenti, ciascuno diviso in 3
pannelli. Ci limitiamo a citare la distribuzione sillabica di un'importante
frase, le cui parole constano o di 3 sillabe, o di 5 sillabe (risultato di 3+2)
o di 6 sillabe (risultato di 3×2).
Fig. 6
2.2
Concludiamo
con qualche considerazione sul secondo versante di ricerca di riferimenti
musicali, il repertorio luterano. Qui la scelta è caduta sul notissimo corale Ein' feste Burg ist unser Gott,
scritto da Lutero stesso e reso ancora più celebre dalle rivisitazioni di Bach e Mendelssohn. Nella sezione
finale del pezzo ne compaiono i primi due versi, per un totale di 16 sillabe
effettive - il numero 16 come 4 al quadrato si collega nuovamente al chiostro
della Basilica, i cui 4 lati sono costellati da gruppi di 4 colonne ciascuno.
|
Fig. 7
La melodia
originale di Ein' feste Burg
viene cantata dai bassi, ed armonizzata omoritmicamente
dalle altre voci come in un semplice corale senza movimentazione interna, senza
figurazioni ornamentali, senza accompagnamento organistico. Ogni voce canta un
testo diverso, ciascuno attinente a una delle più importanti confessioni
cristiane d'Europa: ai soprani è affidato un verso di un inno cattolico latino,
ai contralti un frammento in greco tratto dai cheretismi
ortodossi, ai tenori un verso in inglese di un inno anglicano.
Es. 9
L'impostazione
omoritmica implica che tutti i testi abbiano 16 sillabe
effettive, ma evidentemente le quattro frasi, essendo così eterogenee, non
possono avere le cesure negli stessi punti. Tuttavia le corone e le pause
coincidono sempre, dato che sono funzionali al risultato armonico complessivo,
e non alle esigenze semantiche dei singoli testi. In chiave novalisiana
questo fatto può essere interpretato come una sorta di rappresentazione
musicale della necessità di sacrificare i particolarismi in nome del
ritrovamento di un'armonia comune. La natura oltremodo utopistica di questo
ideale sembra essere impietosamente sottolineata dai 16 accordi finali
dell'organo, un "contro-corale" strumentale dalla sonorità
improvvisamente aggressiva che arriva rapidamente e perentoriamente all'apice
della densità fonica e dell'intensità dinamica dell'intero brano, e che
sommerge così la proposta vocale, quasi a denotarne l'irreale evanescenza.
Fabio
Grasso, novembre 2018
N.B.
Tutti i testi sono
riportati nel video, sincronizzati con la musica, e corredati di traduzione
inglese.
Foto della Basilica di S.
Andrea utilizzate nell'articolo: © Stefania Grasso