ROSENFINGER MULTIMEDIAL
ESSAYS - #4
Il Neckar
di Hölderlin
Fabio Grasso, DER GEFESSELTE STROM, per due pianoforti
© Fabio Grasso, rosenfinger.com 2019
Con la
poesia “Der gefesselte Strom" (Il fiume incatenato), datata 1801, Friedrich Hölderlin (1770-1843)
rende uno dei più significativi omaggi al Neckar,
l'affluente del Reno lungo il cui corso sorgono Lauffen,
città natale di Hölderlin, e Tübingen,
centro di primaria importanza per la sua vita e la sua formazione..
Vi è
dunque un legame molto forte fra la vicenda biografica del poeta e il Neckar, presenza diffusa e rilevante nel corpus hölderliniano, e questo componimento lo lascia trasparire
con particolare chiarezza: il fiume vi è rappresentato come un organismo
vivente e vivificante, dinamicamente tratteggiato nei vari momenti del suo
ciclo vitale, dalla sorgente allo sbocco, culminante nella fase di crescita
travolgente che irride i vincoli di un percorso ripetitivo e obbligato.
Il suo
spirito indomito trascende questi limiti nella trasfigurazione mitica che lo
divinizza come figlio del Padre Oceano, al cui lontano richiamo risponde con
l'esplosione di straripante energia. Ne consegue il lungo brivido che percorre l'intera
Natura, l'essere totale in cui la coscienza individuale s'inabissa proprio come
fiume nell'Oceano, l'entità unitaria che domina la concezione del mondo di Hölderlin, evocata attraverso le consuete allusioni alla
grecità classica.
FRIEDRICH
HÖLDERLIN - DER GEFESSELTE STROM
Was schläfst und träumst du, Jüngling, gehüllt in dich, Und säumst am kalten Ufer, Geduldiger, Und achtest nicht des Ursprungs, du, des Ozeans Sohn, des Titanenfreundes! Die Liebesboten, welche der Vater schickt, Kennst du die lebenatmenden Lüfte nicht? Und trifft das Wort
dich nicht, das hell von Oben der wachende Gott dir sendet? Schon tönt, schon tönt es
ihm in der Brust, es quillt, Wie, da er noch
im Schoße der Felsen spielt', Ihm auf, und nun gedenkt
er seiner Kraft, der Gewaltige, nun, nun eilt er, Der Zauderer, er spottet der
Fesseln nun, Und nimmt und bricht und wirft die Zerbrochenen Im Zorne, spielend,
da und dort zum Schallenden Ufer und an der Stimme Des Göttersohns erwachen die Berge
rings, Es regen sich die Wälder, es hört
die Kluft Den Herold fern und schaudernd regt im Busen der Erde sich Freude
wieder. Der Frühling kommt; es dämmert
das neue Grün; Er aber wandelt hin zu
Unsterblichen; Denn nirgend darf er bleiben,
als wo Ihn in die Arme der Vater aufnimmt. |
|
Dormi e sogni, giovane, in te stesso
avvolto e attendi sulla fredda riva, paziente, e non consideri la tua origine, tu, figlio dell’Oceano amico dei Titani! I messaggeri d’amore che il padre ti
invia, i venti dal soffio vitale, non
riconosci? E non ti tocca la parola, che limpida dall’alto il Dio che veglia ti manda? Già risuona, già gli risuona in cuore,
qualcosa sgorga come quando ancora giocava nel grembo
della roccia, e ora ha coscienza della sua forza, il possente, ora si affretta il dubbioso, irride le catene ora, e le solleva e le infrange e ne dissipa
i frantumi collerico e giocoso, qua e là per la riva echeggiante, e alla voce del figlio degli dèi si risvegliano
intorno le montagne, si sommuovono i boschi, lontano ode
l’abisso l’araldo, e il ventre della terra ha un nuovo fremito di gioia. Giunge la primavera; albeggia il nuovo
verde; egli scorre verso gli immortali ché in nessun altro luogo può rimanere,
se non dove il padre lo accoglie nelle sue braccia. |
Il primo
spunto ispiratore dell'omonimo brano per due pianoforti, composto nel 2005,
scaturisce dall'idea del conflitto fra libertà e vincolo, associata a quella
del fiume come antica metafora dell'eterno divenire, e al fascino ipnotico del
corso instancabile dell'acqua, che non può non ammaliare, col suo flusso
apparentemente regolare, indistinto ed immutabile, chi sa percepirne in assorta
contemplazione la variegata sinfonia di sfumature sempre cangianti, risultante
di un moto dalle innumerevoli microdirezioni
differenti.
Nello
sforzo di rielaborazione intellettuale e mnemonica di tale percezione quelle
sonorità sembrano suggerire prima armonie in perenne e caotica aggregazione e
disgregazione, sul tumultuoso intreccio di strutture ritmiche liquescenti generato dalla reciproca indipendenza delle
figurazioni dei due pianoforti; poi a un livello successivo, ove al loro
ricordo si somma quello di suoni circostanti, come il soffio del vento o l'eco
di campane lontane, la memoria ne ricostruisce contorni più definiti, acuendo
il contrasto fra cinetismo aleatorio e marcata
tensione verso la regolarità. Infine, come in un ultimo passaggio rivelatore,
quelle armonie si addensano in una sorta di corale, la cui massa sonora aumenta
in un crescendo elegiaco fino all'apice espressivo del brano. Gli fa da eco un
contro-corale dell'altro pianoforte nel registro grave, inscenando un dialogo
di lamenti panici che riflette idealmente il fremito dei monti e degli abissi
oceanici al rombo tonante del Neckar di Hölderlin
Nelle fotografie
due scorci del torrente valdostano Marmore, in
qualche misura affine al fiume della poesia per impeto e paesaggi
SCHEMA FORMALE
MACROSEZIONE A - FIGURAZIONI
SOVRAPPOSTE ALEATORIAMENTE
A1 0:00 Figurazioni introduttive,
prevalenza di armonie triadiche con ampiezza di
decima
A2 0:47 Arricchimento
del materiale precedente e primi "scioglimenti" degli accordi in arpeggi
rapidi
A3 2:06 Prima esplosione
sonora e avvio delle sovrapposizioni aleatorie (S.A.)
A4 2:27 S.A.: frammenti con triadi ribattute + linea monodica
A5 3:01 S.A.: ampi arpeggi a velocità diverse, punteggiati da
accordi sforzati
A6 3:33 S.A.: figure più rapide rispetto ad A5 + linea armonizzata
per none
A7 4:16 S.A.: scale discendenti a velocità diverse + clusters arpeggiati e spezzati su più registri
A8 5:01 S.A.: rintocchi e clusters
arpeggiati con opposizioni fra tasti bianchi e neri + linea di bicordi di seconde maggiori raddoppiate all'ottava e
punteggiati da arpeggi
MACROSEZIONE B -
TRASFIGURAZIONE MNESTICA
B1 6:08 isolamento,
trasformazione e sviluppo dei rintocchi di A8
B2 7:06 sovrapposizione
aleatoria e polimodale di varie linee di bicordi, con quinte giuste in rilievo
B3 7:57 in forte
contrasto con B2, la scansione ritmica diviene improvvisamente rigorosa con le
combinazioni simultanee di sequenze di note accentate e tremoli alternati,
salvo poi nuovamente allargare le maglie nella dissolvenza che chiude la
sezione.
MACROSEZIONE C -
RIVELAZIONE "ELEGIACO-CORALE"
C1 9:32 Solo Pf.1, linea melodica costruita su incisi preesistenti, con
armonizzazione vagamente paragonabile a quella di un corale con numero di partei sempre crescente, in continuo crescendo.
C2 10:29 Il Pf.1 dal culmine del crescendo di C1 avvia una sequenza di
cromatismi accordali discendenti come armonizzazione di una linea melodica che
è trasposizione variata di quella di C1, dissolvendo poi il tutto al termine di
un lungo diminuendo. Il Pf.2 punteggia aleatoriamente con figurazioni rapide.
C3 11:41 Inversione dei ruosli rispetto a C2, col Pf.2
che riprende la linea melodica precedente nel registro grave, in ottave, contrappuntandola con una serie di clusters
sempre più massicci, mentre il Pf.2 si inserisce con
reminiscenze di A8, concluse da un grande cluster
complementare all'ultimo del Pf.2.
C4 12:57 sulle lunghe
risonanze dei due clusters con cui si chiude C3 si
innesta una ripresa trasfigurata di A1, a simboleggiare il perenne ritorno a un
nuovo inizio cheè proprio del ciclo di un fiume.
Der gefesselte Strom, per due pianoforti,
2005
Fabio Grasso, Antonio
Tarallo, pianoforti. Durata: 13:24
Registrazione effettuata
nel 2006 al Conservatorio di Piacenza