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From SCHUMANN PROJECT - Recital #1

Robert Schumann: Blumenstück op. 19

 

ITALIAN PRESENTATION - below you find performance with video-commentary

 

        L'accostamento del Blumenstück op. 19 ai grandi brani ispirati al tema jeanpauliano della maschera ha motivazioni sottili, forse discutibili, ma indubbiamente affascinanti.

        Il titolo "floreale" coincide con quello che Jean Paul assegna alla prima parte del romanzo Siebenkäs, la cui trama, pirandelliana ante litteram, ruota attorno a uno sdoppiamento di personalità, alla presenza di un alter ego, all'assunzione di una nuova identità dopo la messa in scena di una finta morte.

        Stando alle fonti documentali, questo brano sarebbe da affiancare all'Arabeske op. 18, per contiguità temporale (è plausibile che entrambe le composizioni siano state completate a fine febbraio 1839, in pieno periodo viennese) e per quanto affermato dallo stesso autore, che accomuna i due pezzi in uno stesso filone di ispirazione per così dire minore, meno impegnata, in un eccesso di sottovalutazione poco giustificabile, se non con un'esibizione di modestia un po' manierata, forse anche in chiave ironica, che aveva probabilmente un senso nel contesto epistolare da cui provengono tali considerazioni.

        Eppure la suggestione jeanpauliana non può non indurci a vedere l'opera sotto un'altra luce. "Variazioni sopra nessun tema" era la dicitura a cui Schumann aveva probabilmente pensato all'inizio della stesura. Maschere sottilmente cangianti, potremmo interpretare, che si susseguono a coprire un non-volto, configurando episodi diversi ma tematicamente collegati, intercalati da un refrain anch'esso variato a ogni apparizione, a guisa di commento o risposta. Il carattere vagamente narrativo di tale impostazione dialogica avvalora l'ipotesi che un retro-pensiero letterario, più o meno consciamente, sia sotteso a questa singolarissima forma ibrida fra Rondò e Variazioni, la cui enigmaticità si manifesta in modi sorprendentemente vari. Risulta infatti tutt'altro che facile seguire, specie a un primo ascolto, la logica floreale che regola la disposizione delle sezioni, petali di un fiore variopinto il cui iter complessivo ripiega su se stesso, generando al suo interno corrispondenze irregolari o non così immediatamente decifrabili; l'articolata suddivisione interna di quasi tutte le sezioni nello schema A-B-A', arricchito nel primo refrain in A-B-A'-C-A'', unitamente alle molte parentele motiviche fra i vari segmenti, produce un notevole numero di ripetizioni, che tuttavia, ad eccezione di un unico caso, sono accuratamente studiate in modo tale da non risultare identiche, ma sempre caratterizzate da pur labili modifiche.

        Oltre alle numerose possibilità di diversificazione di dinamica e di fraseggio che il mirabile intreccio di riprese variate offre all'interprete, è opportuno sottolineare come la concezione di questo brano rifletta in parte anche la mutevolezza degli stati d'animo del compositore durante il tormentato soggiorno a Vienna. Nel Blumenstück i contrasti e gli interrogativi struggenti che animano la quasi coeva Humoreske op. 20 non esplodono certo con la stessa forza dirompente e visionaria, anzi sono solo lontanamente evocati, per l'appunto con toni discretamente e delicatamente "viennesi", ma non per questo la loro ombra, pur tenue, perde la sua fascinazione, specie se osservata attraverso la lente multicolore del mondo jeanpauliano così come viene fantasiosamente ricostruito nell'immaginario di Schumann.

Fabio Grasso

 

 

PERFORMANCE WITH VIDEOCOMMENTARY BY FABIO GRASSO

 

 

 

 

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